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28 giugno 2016

Londra: resistenza alle retate





Lo scorso lunedì pomeriggio, il quartiere di Deptford, a sud-est di
Londra, ha respinto il team retate dell’ufficio Immigrazione degli
Affari Interni. I bulletti degli Affari Interni, a quanto si dice,
erano stati avvistati diverse volte nelle settimane precedenti mentre
facevano le cosiddette “raccolte di informazioni”, vale a dire
molestando i negozianti per avere il permesso di svolgere “operazioni”
nei loro locali, così da evitare la scocciatura di chiedere un mandato
al tribunale.

Lunedì 13 giugno sono tornati in forze, ma la gente li ha cacciati e
mandati via a mani vuote. Sono partiti con diverse auto civetta ma
hanno abbandonato in strade secondarie i loro furgoni razzisti,
successivamente ristrutturati con finestrini rotti e messaggi scritti
con le bombolette.

La notte successiva, sono apparsi manifesti lungo tutta la strada
principale di Deptford per spiegare quello che era successo.

È importare mantenersi all’erta. È possibile che la resistenza abbia
allontanato le retate per un po’: dopo la resistenza della scorsa
estate, al mercato di East Street non ci sono state visite per quasi
un anno. Ma questa certezza non si può garantire, potrebbero tornare
ogni giorno per vendicarsi. Il manifesto dice: “I bulli dell’ufficio
immigrazione (UKBA) sono stati avvistati per tutta la scorsa settimana
nei dintorni della strada principale di Deptford, molestando i
negozianti. Lunedì sono tornati per le retate contro i lavoratori e
sono stati cacciati via. Nel nostro quartiere i/le migranti sono
benvenut*. Poliziotti, ufficiali giudiziari, proprietari immobiliari
non sono benvenuti! Risponderemo agli attacchi!
network23.org/antiraids

Il mercato di Deptford è un obiettivo regolare delle retate degli
Affari Interni, spesso fatte insieme a polizia, consiglio comunale e
altri enti. Ad aprile c’è stata l’ultima grande retata. Come per gli
altri mercati di strada di Londra (come quello di East Street), ci
sono chiari collegamenti tra questi attacchi che mirano ai/alle
migranti e gli attacchi più ampi sul quartiere, come quelli di
proprietari immobiliari e autorità statali che collaborano per
“ripulire” l’area, sgomberando tutte le persone considerate
indesiderabili. Ma la resistenza sta crescendo. A Deptford c’è un
banchetto informativo di “Deptford Anti Retate” ogni sabato nel
mercato, e questo lunedì ha mostrato che le persone sono pronte al
contrattacco.

Rovereto: boccato il treno Monaco - Rimini


Apprendiamo dai giornali locali che sabato 25 giugno, verso le 14.00, il treno della Deutsche Bahn Monaco - Rimini è stato bloccato nella stazione di Rovereto con una catena da una parte all'altra dei binari. 
Posizionato inoltre uno striscione con la scritta "Blocchiamo tutto da Ventimiglia al Brennero".

27 giugno 2016

Francia | Frontiere - Aggiornamenti e comunicato dei compagni reclusi nel centro di detenzione di Nizza

Riprendiamo da informa-azione:

Tante persone venerdì per il saluto al CRA di Nizza. Tanta energia e forza da trasmettere ai compagni reclusi all'interno del centro di detenzione. Cori, canzoni, battiture hanno animato le ore di questo presidio, e grazie alla vicinanza fisica i compagni hanno potuto rispondere con urla e cori, sorrisi e saluti da dietro le sbarre.

Stanno bene, l'umore è alto quando di sente la vicinanza e la complicità di tante e tanti.

Per quel che riguarda la loro situazione legale pare che li tratteranno per altri quattro giorni, ossia fino a martedì 28, i tre avvocati che li stanno seguendo, ieri non sapevano ancora dirci se per martedì li avrebbero rilasciati al confine, a Nizza o se ci sarà un processo. sicura rimane l'espulsione da tutto il territorio francese per un anno.

e' possibile fare visite dalle 9 alle 11 e dalle 14 alle 18...

Continuiamo a far sentire la nostra solidarietà!

A seguito del presidio si e' tenuta un'assemblea dove si e' deciso di continuare la presenza solidale fino alla loro liberazione... tutti i pomeriggi dalle 18:30 siamo la ad esprimere la nostra solidarietà...

Libertà per tutti!

fuoco a tutte le galere!

complici e solidali dalle valli marittime


Segue comunicato dei quattro compagni nel CRA di Nizza:DAL CENTRO DI DETENZIONE DI NIZZA    

L’estate scorsa, mentre migranti e solidali resistevano sugli scogli alla frontiera di Ventimiglia, a Vievola, all’estremità nord della valle Roya, un presidio di abitanti lottava contro il raddoppio del tunnel del col di Tenda ed il conseguente traffico di mezzi pesanti. I nostri rispettivi percorsi parevano distanti, ma già si intravedeva un nesso comune. Ci siamo incontrati sulle rive del mare cosi’ come sulle montagne e abbiamo sentito che confrontarci era importante e necessario. Poi a settembre il presidio di Vievola e quello dei Balzi Rossi sono stati sgomberati. Per i solidali le valli sopra Ventimiglia sono state un rifugio naturale. E’ da li’ che la lotta contro la frontiera è ripartita, e sono queste valli che hanno accolto i tanti fogli di via emessi dalla questura di Imperia. In val Roya é proseguita la costruzione del tunnel di Tenda e a questo triste scenario si sono aggiunti i migranti, che quotidianamente, con coraggio e determinazione, attraversano questo territorio  in direzione di Parigi, Calais, l’Inghilterra…

Abbiamo quindi sentito il bisogno di rincontrarci, in più occasioni, e ne é nata una nuova storia.
La manifestazione di sabato 18 giugno é stata quindi contraddistinta dall’incontro tra le lotte contro la devastazione del territorio e quelle contro frontiere e deportazioni. Le forze dell’ordine italiane ci hanno impedito di proseguire verso Ventimiglia e Menton, dove la biciclettata-corteo sarebbe dovuta terminare. Si doveva impedire che i manifestanti incontrassero i migranti bloccati e deportati al confine italo-francese. Ne é seguita un’assemblea spontanea che ha deciso di continuare la mobilitazione occupando l’edificio della vecchia dogana francese, situato a poca distanza dal valico frontaliero di Fanghetto. Italiani/e e francesi insieme abbiamo oltrepassato le frontiere territoriali, linguistiche e culturali che ancora ci dividevano e insieme abbiamo trasformato un luogo di controllo e separazione tra i popoli in uno spazio liberato. Uno squarcio di luce nelle tenebre del presente in cui abbiamo dato vita e forza alle lotte a venire.
L’esperienza é durata fino a giovedì mattina quando reparti della gendarmerie hanno effettuato lo sgombero. Ai cinque italiani presenti è stato notificato un decreto di espulsione per un anno dal territorio francese. Noi quattro invece di essere riaccompagnati alla frontiera, come avvenuto nel caso di Giulia (non trattenuta perché al CRA di Nizza non esiste una sezione femminile), abbiamo subito un trasferimento al centro di detenzione amministrativa di Nizza (l’equivalente dei CIE italiani).

Tra di noi l’umore é alto, soprattutto dopo il partecipato presidio che si é tenuto venerdì sotto le mura del centro. Rifiutiamo fermamente le etichette che  stampa e prefettura vorrebbero cucirci addosso, perché sappiamo bene come questi organi tendano sempre a limitare, dividere e reprimere.

L’intreccio di percorsi in questo territorio di frontiera sta disegnando nuove geografie e siamo fieri di essere parte di questa comunità in lotta. Ringraziamo ogni persona che, in Italia come in Francia, ha manifestato solidarietà con noi e ogni migrante deportato/a e detenuto/a in Europa.

Per un mondo senza galere e autorità
ni frontières, ni camions, autogestion!

Andrea, Rafael, Vincenzo, Arturo  

PS: ogni sera a partire dalle 18 presidio e assemblea sotto le mura del centro (centre de retention, 28 rue de Roquebilliere, Nice)

Contro la guerra, contro le frontiere, contro le deportazioni.


Brescia - Sabotaggio linea ferroviaria contro Beretta e il suo mondo

Riprendiamo da informa-azione:

"Nella notte tra il 17 e il 18 giugno, in occasione dell'inaugurazione dell'ennesimo evento da carrozzone mediatico/turistico "the floating pears", abbiamo deciso di agire.
Colpire là dove più ci aggradava, dove la notte e il bosco erano nostri più cari alleati.
2 legnose barricate erette sulle rotaie della linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo bloccavano i primi treni, un cavo d'acciaio teso tra le due portava uno striscione con scritto: "Beretta complice della guerra e del suo mondo: frontiere e deportazioni. Sabotiamo tutto!"
Beretta azienda produttrice ed esportatrice di armi e morte in tutto il mondo è protagonista nell'evento "artistico" essendo proprietaria dell'intera isola san Paolo non solo circondata dalla passerella galleggiante ma anche sede di un'intera mostra sulle armi.
Le guerre da sempre prima fonte di enormi profitti per la famiglia Beretta, sono anche il primo ingranaggio del sistema frontiere-deportazioni, causa di morti, schiavitù ed oppressione.

MORTE AI PADRONI DELLA GUERRA E AI LORO SERVI!
-SABOTIAMO TUTTO!-

"Alcunx teppistx guastafeste"

24 giugno 2016

Contro tutte le frontiere! Libertà per i compas rinchiusi nel Centro di Detenzione Amministativa di Nizza! Liber* tutt*!



Ieri mattina la polizia francese ha sgomberato la vecchia dogana del valico di Fanghetto (Alpi marittime, confine italo-francese sulla statale Cuneo-Col di Tenda-Ventimiglia).L'edificio era stato occupato sabato scorso durante una giornata di mobilitazione contro le frontiere, in solidarietà ai migranti e contro le infrastrutture nocive che aggrediscono la Valle Roja (in primis il raddoppio del tunnel di Tenda), dove appunto è situata la linea di confine internazionale. Da sabato scorso, dove un tempo le divise controllavano il passaggio di una delle tante frontiere imposte per dividere le popolazioni ed ostacolarne gli spostamenti, l'edificio occupato garantiva accoglienza, libera circolazione e mobilitazione costante contro la frontiera e contro i progetti che vogliono stravolgere in maniera irrimediabile il territorio e la vita della valle.
Durante lo sgombero le divise hanno sequestrato nei container adibiti a ufficio d'identificazione gli attivisti che si trovavano sul posto: quelli con carta d'identità francese sono stati rilasciati ieri in mattinata, e dei cinque compas con carta d'identità italiana, quattro sono stati trasferiti al Centro di Detenzione Amministrativa (l'equivalente francese del Cie) di Nizza, mentre una compagna è stata immediatamente espulsa.
Una dimostrazione inedita quanto inconfutabile dell'evidenza che la criminalizzazione dei migranti e i campi di concentramento delle democrazie occidentali non possono riguardare solo chi sfugge dalle miserie degli altri continenti, ma sono uno strumento del Potere da contrastare e combattere con ogni mezzo.
Siamo sicuri che i compas “indigeni” ora nel Cie francese sapranno dimostrare bene alle autorità che li tengono reclusi quanto può essere forte e determinata la solidarietà tra sfruttati e ribelli, da qualunque parte del mondo provengano, in qualunque territorio si vengano ad incontrare.
Tra i compas ora reclusi a Nizza ci sono anche Andre e Arturo, compagni nostri di vita, strada e lotte a cui va l'abbraccio di quelle montagne ribelli in cui vivono ed agiscono, ed in cui solo divise e sfruttamento devono sentirsi stranieri.
Rilanciamo l'impegno ad opporsi al disastro sociale e ambientale che lo Stato e il Capitale ci vogliono imporre, diffondiamo iniziative sul territorio perché quest'ennesima trovata della repressione si infranga contro un muro di solidarietà!

Le uniche catene che amiamo sono quelle montuose!
Contro ogni forma di repressione, solidarietà internazionale!
Rafael, Vincenzo, Andre, Arturo liberi subito! Tutt* Liber*!

Alpi Libere
Cassa AntiRepressione delle Alpi occidentali


Questa sera, venerdì 24, alle 18.30 i/le compas della costa e delle Marittime chiamano ad un presidio davanti al Centro di Detenzione Amministrativa di Nizza

22 giugno 2016

Frontiere | Ventimiglia - Su rastrellamenti di migranti e repressione di solidali

Aggiornamenti da noborders20miglia

Non c'è stato alcuno sgombero del campo di Ventimiglia. È bastata la minaccia di un'azione di forza della polizia a far ripiegare il campo di fortuna sorto qualche settimana fa sulle rive del fiume Roya. È evidentemente la scelta di una comunità fragile, poco sicura di se stessa perché nata in mezzo alle ostilità, in quest'europa in guerra. I/le migranti in viaggio hanno sperato fino all'ultimo che di fronte a una scelta tanto umile l'intervento militare non ci sarebbe stato.


Domenica quindi all'ora indicata dall'ordinanza del sindaco Ioculano migranti e solidali si trovavano in spiaggia, in assemblea, a discutere di dove andare, come rimanere visibili, come riuscire a rimanere a Ventimiglia senza essere deportati. Ai telefoni dei/delle solidali presenti cominciano a giungere telefonate allarmanti. Avvocati, associazioni e altre fonti sono unanimi: ci sono almeno 150 uomini delle forze dell'ordine a Imperia che si preparano ad una grossa operazione. Pullman e aerei sono pronti per il giorno successivo.

L'assemblea ricomincia e alla scelta di resistere prevale il bisogno di protezione. Non tutti sono d'accordo, ma alla fine ci si dirige verso la chiesa più vicina. L'idea è di occuparla senza mediazioni. Le porte della chiesa vengono chiuse, si prova a forzare e il prete pare spaventato, ma poi interviene il Vescovo, di nuovo lui, Suetta, che quando le cose precipitano è sempre pronto a metterci una buona parola.

Molte persone, circa duecento, trovano quindi rifugio in chiesa. In città ce n'è almeno un altro centinaio. In molti non ci stanno e si dirigono verso il confine, altri provano a nascondersi in città. Diversi solidali, vista la situazione, preferiscono restare in strada e continuare a monitorare quanto accade. Si smonta il campo in spiaggia e si cerca comunque di supportare i/le migranti in chiesa. La loro scelta non piace a tutti/e, ma sebbene sia evidente la difficoltà a costruire insieme un discorso collettivo non schiacciato dalla paura, rimane la determinazione di tante persone a non andarsene da Ventimiglia.

Lunedì mattina, poco prima delle 6, è scattata l'operazione di "sgombero" della città. La situazione è grottesca: squadroni di carabinieri, militari, agenti di polizia e della guardia di finanza sfilano per la città dando la caccia ai/alle migranti. Gruppi di almeno una ventina di agenti rastrellano e inseguono poche persone che si nascondono o che non sanno nemmeno cosa stia succedendo.

Una disparità di forze terribile e agghiacciante. La città è militarizzata. I controlli si concentrano dapprima nella zona della spiaggia, della stazione e nel lungo Roia. Le persone vengono fermate, alcune chiuse dentro la sala d'attesa della stazione e viene loro tolto il telefono. Verso le 9 del mattino parte il primo autobus pieno di persone senza documenti, pare diretto verso qualche centro vicino a Ventimiglia.

Per tutto il giorno tra la frontiera alta e la città continuano questi rastrellamenti. Vengono fermate le persone che arrivano con il treno da Genova. Altri due autobus partono verso le 13, questa volta la direzione è Genova dove ad aspettarli pare ci siano dei voli della Mistralair, compagnia area delle Poste Italiane, diretti verso i cara di Mineo e di Bari. Gli ultimi due autobus partono, invece, verso le 16 in direzione dell'autostrada. Non è chiara quale sia la loro meta.

La situazione in stazione a Ventimiglia torna alla normalità: nel corso del pomeriggio i rastrellamenti avvengono direttamente a Genova Principe, dove almeno una decina di persone sono state fermate. Dopo il primo giorno di rilancio del piano Alfano la strategia delle autorità appare la stessa di qualche settimana fa: deportare le persone senza documenti presenti a Ventimiglia e bloccare nuovi arrivi in città. Solo che a questo punto il fallimento di questa politica razzista e violenta può essere mitigato dal protagonismo di santa romana chiesa.

In chiesa le assemblee si susseguono, mentre le notizie di quanto accade a Ventimiglia riempiono i media locali e nazionali. Le cronache dicono che le operazioni di polizia scorrono tranquille, come se la pulizia etnica di una città fosse ordinaria amministrazione. Il resto della scena è tutta del vescovo Suetta, sempre pronto alle emergenze, che propone una tendopoli nel giardino del seminario gestita da Croce Rossa e Protezione Civile. Le tendopoli poi diventano tre, ma in realtà si sa ancora poco delle trattative tra Vescovo, Sindaco e Prefetto. Suetta sembra non aver alcun problema a stare allo stesso tavolo dei responsabili delle deportazioni in corso.

I limiti di queste giornate sono evidenti. La scelta dell'assemblea è stata più un'espressione del bisogno di protezione e della volontà di superare il confine, che una scelta politica. Chiesa cattolica e Croce Rossa hanno mostrato un attivismo già visto in passato e stanno continuando a spostare il discorso pubblico sui bisogni, eludendo la questione centrale, quella del confine e della sua chiusura e guardandosi bene dal denunciare violenze e deportazioni, a cui peraltro la CRI ha spesso e volentieri partecipato. Per la polizia la giornata è stata fin troppo tranquilla, con duecento persone protette dalla chiesa non restava che rastrellare le strade prendendo i/le migranti in piccoli gruppi e aspettando quelli/e che arrivavano in stazione.

Restano comunque delle possibilità. Le persone rifugiate in chiesa sono sfuggite alla deportazione e da due giorni sono in assemblea permanente con i/le solidali presenti. Domani si dovrà uscire da quella maledetta chiesa e a quel punto si capirà meglio dove va la determinazione delle persone in viaggio e di chi le supporta e fino a che punto le autorità sono disposte ad arrivare pur di tener fede ai loro propositi razzisti. La strategia del governo è fallimentare, su questo non ci sono dubbi, e le persone continueranno ad arrivare a Ventimiglia e a bruciare il confine, tutti i giorni.

alcune/i solidali di Ventimiglia e dintorni
al fianco di chi viaggia, contro ogni frontiera


AGGIORNAMENTO:

Post scriptum: mentre finiamo di scrivere queste righe la polizia è entrata dentro la chiesa dove si sono rifugiate le persone senza documenti e ha preso tutte le/gli europee/i solidali. Quindici persone sono state portate nella caserma di polizia e stanno subendo una perquisizione personale ed un identificazione foto dattiloscopica.
Sono stati successivamente emanati fogli di via per molti/e solidali.

La frontiera è ovunque, fermare le merci per fare passare le persone, bloccare tutto, inceppare la macchina delle espulsioni!

Sabotiamo le frontiere.


"Da ventimiglia al Brennero sabotiamo le frontiere": attaccati uffici postali a Trento e Rovereto

Apprendiamo dai media locali che, nella notte fra il 9 e il 10 giugno, a Trento e a Rovereto sono stati attaccati due uffici postali: vetrate e bancomat danneggiati. Il giorno dopo gli uffici sono rimasti chiusi. Vergate le seguenti scritte: "Ventimiglia Brennero, fuoco alle frontiere", "Poste=Mistral=deportazioni", "Mistral AIr (=Poste) deporta gli immigrati da Ventimiglia al Brennero sabotiamo le frontiere". La scritta "Poste complici delle deportazioni" è apparsa anche sulle vetrate dell'ufficio postale di Mori, a sud di Rovereto.


Bologna-Torino-Genova: tentati attacchi incendiari contro Poste Italiane

da crocenera

Dai media di regime si apprende di 3 tentati attacchi incendiari nel giro di 48 ore a sportelli bancomat delle Poste Italiane a Bologna, Genova, Torino.

Il 7 giugno è stata trovata una tanica di benzina, davanti ad un ufficio postale in via Saliceto, nella periferia di Bologna.La tanica era collegata con dei fili ad una sveglia fermata da nastro adesivo nero.Sul posto sono intervenuti Ros, artificieri e Vigili del fuoco.

L’8 giugno viene rinvenuto un ordigno incendiario a Genova nei pressi del bancomat dell’ufficio postale vicino a Spianata Castelletto a nel capoluogo ligure.

Il 9 giugno viene rinvenuta a Torino, davanti ad uno sportello Postamat dell’ufficio postale di via Montebello, nel centro della città ,una tanica di benzina con alcuni cavi. L’ordigno è stato fatto brillare dagli artificieri della polizia .

Sempre i media di regime attribuiscono all’area anarchica i tentati attacchi incendiari.


Genova - Sabotaggio contro Poste Italiane per ruolo nelle deportazioni


Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:

"Nella notte tra il 25 e 26 maggio alcun* nemic* delle frontiere hanno attaccato un ufficio delle Poste italiane: complici nelle deportazioni.
Sono state sabotate le telecamere, il postamat, le vetrate e le insegne.
Dal testo del manifesto affisso sulla porta:
"Attacchiamo e sabotiamo la macchina delle deportazioni in tutte le sue forme.
Solidarietà ai e alle migranti in lotta.
Per la libertà di tutti e tutte di vivere liberamente senza confini ne nazioni.""


Lecce - Imbrattati muri e vetrate di un ufficio postale e danneggiato sportello postamat


1 Giugno 2016 - Apprendiamo dai media locali che sconosciuti hanno imbrattato con vernice arancione e nera le vetrate di un ufficio postale di Lecce, mettendo fuori uso lo sportello Postamat.
Lasciate delle scritte contro i Cie (Centri di identificazione ed espulsione).
Poste Italiane è proprietaria della compagnia aerea Mistral Air, che dal 2011 collabora con il ministero dell’Interno nella deportazione degli immigrati indesiderati e destinati all’espulsione.

Torino - Blocco stradale contro le frontiere


Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:

BLOCCO DEL TRAFFICO CONTRO LE FRONTIERE

Nel pomeriggio del 2 giugno mentre in piazza castello si svolgeva la consueta cerimonia dell'alzabandiera, contestata dal corteo antimilitarista che sfilava nei pressi della piazza, qualche via più in là veniva bloccata la circolazione di corso vittorio emanuele (arteria torinese).
Su di un cavo d'acciaio, teso da una parte all'altra della strada, uno striscione ha ricordato che Le Frontiere Sono Ovunque.
Ogni muro di cemento ogni muro di polizia, ogni strada militarizzata ogni deportazione e rastrellamento, ogni filo spinato ogni gabbia ed ogni misura repressiva rappresentano una frontiera contro la quale ci scaglieremo.

LIBERTÀ DI MOVIMENTO, MA ANCHE DI RESTARE
PER TUTTE E TUTTI, CON O SENZA DOCUMENTI


Bologna - Azione contro Poste Italiane per il suo ruolo nelle deportazioni


Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:

"BOLOGNA. NELLA NOTTE TRA 23 E 24 MAGGIO COLPITI 2 UFFICI POSTALI CON
MAZZE E VERNICE. BANCOMAT FUORI USO. LASCIATA SCRITTA NO DEPORTAZIONI!"


Torino - Azioni contro le deportazioni e in solidarietà con compagn* colpit* dalla repressione

da indymedia piemonte

Azioni contro le deportazioni e in solidarietà ai compagni colpiti dalla repressione


Nella notte tra il 28 e 29 Maggio é stata messa fuori uso la serratura
della BIESSE SISTEMI SRL, azienda che si occupa della manutenzione
all’interno del C.I.E di Torino. Nell’inferiata é stato appeso uno
striscione con su scritto ”BIESSE COMPLICE DELL’ESISTENZA DEI C.I.E,
CONTRO OGNI GABBIA”.

Nella notte tra il 30 e il 31 Maggio sempre a Torino le serrature delle
LAVANDERIE ALBERTI sono andate fuori uso e sulle serrande è comparsa una
scritta: ”COMPLICI DEI CIE”

Sempre la stessa sera ad andare fuori uso è stato un bancomat di POSTE
ITALIANE e sulle vetrate è comparsa la scritta ”COMPLICI DELLE
DEPORTAZIONI NO ALLE FRONTIERE".

Ricordiamo che poste italiane insieme alla compagnia aerea ”MISTRAL AIR”
deporta i migranti rapiti nelle strade per portarli all’interno dei
C.I.E o nei nuovi hotspot o c.a.r.a.

La nostra solidarietà e pensiero va a tutti i reclusi, i migranti che in
questi giorni vengono deportati da Ventimiglia e ai dodici compagni di
Torino
 colpiti dalla repressione, forti del fatto che le lotte non si
fermeranno.


Bologna - Sabotati bancomat Poste Italiane contro deportazioni Mistral Air

Riceviamo da mail anonima e diffondiamo:

LE POSTE CON LA MISTRAL AIR DEPORTANO.

PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE CONTRO LE DEPORTAZIONI DI


QUESTA EUROPA RAZZISTA
Nella notte tra il 18 e 19 maggio a Bologna sono stati sabotati due bancomat delle poste ed e stato appeso uno striscione contro le deportazioni che la Mistral Air opera per mano dello Stato.
Chiunque conosce perfettamente il ruolo delle Poste Italiane nella gestione della corrispondenza, così come le sue attività finanziarie e nelle telecomunicazioni. In pochi invece sanno che attraverso la compagnia aerea che detiene, la Mistral Air, il Gruppo Poste italiane collabora da cinque anni con il Ministero dell'Interno per il quale si occupa dei trasferimenti delle persone senza documenti tra i CIE rimasti ancora in piedi. Ogni volta che i reclusi si ribellano dando alle fiamme e rendendo inutilizzabili i lager che li imprigionano. La Mistral Air si occupa di accumulare le persone e di trasferirle verso i centri ancora funzionanti. Eppure la complicità delle Poste non si ferma qui, visto il fondamentale ruolo della compagnia nelle deportazioni di chi non ha documenti verso i paesi d'origine con i quali l'Italia ha stipulato accordi di riammissione, in particolare Egitto, Marocco, Tunisia e Nigeria.
Dall'inizio del 2015 la Mistral Air ha provveduto a deportare più di 3000 persone contro la loro
volontà, ricorrendo a ingenti forze di polizia per supervisionare il tutto sotto la minaccia dei manganelli e delle scariche elettriche dei taser.
In solidarietà con i 50 migranti fermati a Ventimiglia e deportati a Taranto con un aereo delle Poste
nell'ultima settimana, con tutt* coloro che cercano di attraversare il confine italo-francese e che dopo il piano Alfano in questi giorni stanno venendo identificati e deportati, con i reclusi di Lampedusa e del sistema Hotspot, con tutt* i reclusi dentro tutti i CIE, con chiunque si trovi oppresso dalla brutalità di uno Stato che per legge nega la vita a migliaia di persone in fuga da guerre, devastazione e
sfruttamento, in solidarietà con i processati e arrestati al Brennero, con chi ogni giorno lotta per
distruggere questo mondo di frontiere, prigioni, dei muri fisici e mentali che cercano di costruire tra di
noi.
E' necessario fare qualcosa per intaccare quantomeno uno degli ingranaggi di quel dispositivo di controllo e repressione che da ogni frontiera si estende sui territori, sulle città e sui corpi di chi le vive ed attraversa.
Abbatteremo ogni frontiera, attaccheremo chi decide di esserne complice.
La solidarietà è un'arma e continueremo a usarla!
HURRIYA!